15 gennaio 2015 - "La variante di Luneburg" di Paolo Maurensig
Titolo: La variante di Luneburg
Autore: Paolo Maurensig
Anno di pubblicazione: 2003 (prima pubblicazione 1993)
Pagine: 158
In breve
Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. E’ un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L’esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? In realtà è la mossa finale di una lunghissima partita a scacchi. Dietro quel gesto ritroviamo due maestri del gioco, diversi in tutto e animati da un odio inesauribile, che attraversano gli anni e i cataclismi politici pensando soprattutto ad affinare le proprie armi per sopraffarsi.
Il romanzo è la narrazione di Hans Mayer a Frisch della lunga storia del suo maestro e padre adottivo Tabori, ideatore della mossa che dà titolo al romanzo.
Discussione
Tutti i lettori concordano nel giudicare la lettura scorrevole, si sottolinea la cura nella scelta del lessico, lessico che però, pur essendo così preciso, non è mai complesso. Più complessa invece la struttura organizzata su diversi di lettura e cronologici, che è risultata intrigante per diversi lettori ed ha creato confusione in altri. Emerge la difficoltà di leggere il libro con diverse interruzioni ed è stata preferita da molti un lettura “tutta d'un fiato”. La maggior parte delle lettrici dichiara di aver avuto bisogno di tornare a rileggere le prime pagine per comprendere il finale.
Dai commenti emerge subito una distinzione tra la prima e la seconda parte del romanzo. La prima, centrata prepotentemente sulla passione viscerale per il gioco degli scacchi, presenta un mondo da cui molti lettori si sentono esclusi. La seconda, dedicata prevalentemente all'esperienza nel campo di concentramento, suscita in tutti emozioni profonde.
Alcune lettrici considerano la scelta del gioco degli scacchi come un alleggerimento alla gravità del periodo storico o come la metafora della contrapposizione tra bene e male (bianco/nero). In ogni caso è sicuramente un punto di vista differente ad altri romanzi ambientati nello stesso periodo e sicuramente interessante.
Per tutti risulta molto toccante la narrazione della vita di Tabori nel lager, soprattutto perché riesce a trasmettere l’idea dell’abbrutimento psicologico, prima ancora del degrado fisico. Colpisce alcuni lettori il fatto che un autore così giovane, che quindi non ha vissuto direttamente l'esperienza del lager, sia stato capace di una descrizione tanto coinvolgente e toccante. Una lettrice paragona queste pagine alle pagine di “Se questo è un uomo” di Primo Levi. Si parla della reazione di Tabori che smette poi di giocare a scacchi per il senso di colpa di aver “lasciato morire” numerosi internati quando perdeva le partite.
Una lettrice in particolare si è soffermata sui diversi rapporti padre/figlio che intercorrono nel libro: Tabori con il padre naturale e Tabori con il suo erede d'adozione Hans. Il passaggio del dono degli scacchi da padre a figlio e la descrizione delle relazioni le ha ricordato Paul Auster.
Per quanto riguarda il finale la discussione è più accesa: c’è chi pensa che la conclusione sia aperta a più possibilità e chi la ritiene troppo stringata e avrebbe preferito maggiore chiarezza, un'indagine più approfondita forse.
L'autore
Scrittore italiano, approdato alla scrittura dopo aver fatto l'agente di commercio. Il successo letterario è arrivato nel 1993 con "La variante di Lüneburg", che narra di una partita fra due maestri di scacchi, che si prolunga idealmente attraverso gli eventi storici dell'ultima guerra, con il colpo di scena finale che rivelerà la vera natura dei giocatori.
Il secondo romanzo, "Canone inverso" del 1996, è invece incentrato sulla musica, in una cornice mitteleuropea che è stata la base per la versione cinematografica diretta da Ricky Tognazzi.
Con Mondadori ha pubblicato inoltre: "L'ombra e la meridiana" (1998), "Venere lesa" (1998), "L'Uomo scarlatto" (2001), "Il guardiano dei sogni" (2003), "Vukovlad" (2006), "Gli amanti fiamminghi" (2008), "Il golf e l'arte di orientarsi con il naso" (2012) e "L'arcangelo degli scacchi" (2013).
Per approfondire
Intervista a Paolo Maurensig sul portale RAI Letteratura
Autore: Paolo Maurensig
Anno di pubblicazione: 2003 (prima pubblicazione 1993)
Pagine: 158
In breve
Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. E’ un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L’esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? In realtà è la mossa finale di una lunghissima partita a scacchi. Dietro quel gesto ritroviamo due maestri del gioco, diversi in tutto e animati da un odio inesauribile, che attraversano gli anni e i cataclismi politici pensando soprattutto ad affinare le proprie armi per sopraffarsi.
Il romanzo è la narrazione di Hans Mayer a Frisch della lunga storia del suo maestro e padre adottivo Tabori, ideatore della mossa che dà titolo al romanzo.
Discussione
Tutti i lettori concordano nel giudicare la lettura scorrevole, si sottolinea la cura nella scelta del lessico, lessico che però, pur essendo così preciso, non è mai complesso. Più complessa invece la struttura organizzata su diversi di lettura e cronologici, che è risultata intrigante per diversi lettori ed ha creato confusione in altri. Emerge la difficoltà di leggere il libro con diverse interruzioni ed è stata preferita da molti un lettura “tutta d'un fiato”. La maggior parte delle lettrici dichiara di aver avuto bisogno di tornare a rileggere le prime pagine per comprendere il finale.
Dai commenti emerge subito una distinzione tra la prima e la seconda parte del romanzo. La prima, centrata prepotentemente sulla passione viscerale per il gioco degli scacchi, presenta un mondo da cui molti lettori si sentono esclusi. La seconda, dedicata prevalentemente all'esperienza nel campo di concentramento, suscita in tutti emozioni profonde.
Alcune lettrici considerano la scelta del gioco degli scacchi come un alleggerimento alla gravità del periodo storico o come la metafora della contrapposizione tra bene e male (bianco/nero). In ogni caso è sicuramente un punto di vista differente ad altri romanzi ambientati nello stesso periodo e sicuramente interessante.
Per tutti risulta molto toccante la narrazione della vita di Tabori nel lager, soprattutto perché riesce a trasmettere l’idea dell’abbrutimento psicologico, prima ancora del degrado fisico. Colpisce alcuni lettori il fatto che un autore così giovane, che quindi non ha vissuto direttamente l'esperienza del lager, sia stato capace di una descrizione tanto coinvolgente e toccante. Una lettrice paragona queste pagine alle pagine di “Se questo è un uomo” di Primo Levi. Si parla della reazione di Tabori che smette poi di giocare a scacchi per il senso di colpa di aver “lasciato morire” numerosi internati quando perdeva le partite.
Una lettrice in particolare si è soffermata sui diversi rapporti padre/figlio che intercorrono nel libro: Tabori con il padre naturale e Tabori con il suo erede d'adozione Hans. Il passaggio del dono degli scacchi da padre a figlio e la descrizione delle relazioni le ha ricordato Paul Auster.
Per quanto riguarda il finale la discussione è più accesa: c’è chi pensa che la conclusione sia aperta a più possibilità e chi la ritiene troppo stringata e avrebbe preferito maggiore chiarezza, un'indagine più approfondita forse.
L'autore
Scrittore italiano, approdato alla scrittura dopo aver fatto l'agente di commercio. Il successo letterario è arrivato nel 1993 con "La variante di Lüneburg", che narra di una partita fra due maestri di scacchi, che si prolunga idealmente attraverso gli eventi storici dell'ultima guerra, con il colpo di scena finale che rivelerà la vera natura dei giocatori.
Il secondo romanzo, "Canone inverso" del 1996, è invece incentrato sulla musica, in una cornice mitteleuropea che è stata la base per la versione cinematografica diretta da Ricky Tognazzi.
Con Mondadori ha pubblicato inoltre: "L'ombra e la meridiana" (1998), "Venere lesa" (1998), "L'Uomo scarlatto" (2001), "Il guardiano dei sogni" (2003), "Vukovlad" (2006), "Gli amanti fiamminghi" (2008), "Il golf e l'arte di orientarsi con il naso" (2012) e "L'arcangelo degli scacchi" (2013).
Per approfondire
Intervista a Paolo Maurensig sul portale RAI Letteratura