16 ottobre 2014 - "Santa Barbara dei Fulmini" di Jorge Amado
Titolo: Santa Barbara dei Fulmini
Sottotitolo: Una storia di stregoneria
Autore: Jorge Amado
Anno di pubblicazione: 1988
Traduzione: Elena Greco
«Scrivendo mi sono divertito; se qualcun altro si divertirà a leggere, mi darò per soddisfatto.»
Jorge Amado
In breve
E' un apologo allegro e scanzonato, ricco di pagine esilaranti e di solare erotismo che ha per protagonista la stravagante figura di una santa munita, secondo la tradizione, di un mazzetto di fulmini: santa Barbara.
Un bel giorno la preziosa statua della santa viene trasportata con un veliero a Bahia per una importante Esposizione di Arte Religiosa, ma proprio al momento dell’approdo la statua prende vita, si allontana e scompare. Siamo negli anni della dittatura militare, e la sparizione della statua getta nello scompiglio la polizia e la stampa.
Tutti ritengono che la statua sia stata rubata, ma Santa Barbara ha invece assunto le sembianze di Yansa, dea africana e suo alter ego bahiano, perché deve risolvere un grave problema: sua “figlia” Adalgisa, quarantenne bigotta maligna e acida, rifiuta i riti del Candomblè e impone alla nipote Manela, di cui è tutrice, i più rigidi e ottusi principi cristiani.
Con Santa Barbara dei Fulmini, Jorge Amado scrive un nuovo capitolo di quel grande poema d'amore per Bahia che sono i suoi romanzi, e soprattutto non perde l'occasione per lanciare i suoi strali contro l'ottusità arrogante dei potenti e l'opportunismo dei giornalisti.
Discussione
La discussione è stata vivace, in quanto il romanzo ha suscitato giudizi molto diversi nei lettori.
Quasi tutti lo hanno ritenuto faticoso da leggere, sia per la folla di personaggi tutti descritti doviziosamente, sia per l’abbondanza di termini in portoghese non sempre comprensibili. Qualcuno ha abbandonato la lettura, perché l’impegno era diventato troppo gravoso anziché essere un piacere.
Tra coloro che sono arrivati in fondo (in verità la maggior parte), emerge nettamente che hanno subito il fascino di questo Paese, e questa città in particolare, trasmesso dall’Autore. Viene evidenziato come si percepiscano i colori, gli odori, i sapori, il clima da carnevale anche se carnevale non è, la bellezza e sensualità delle donne, l’erotismo e la gioia di vivere pienamente.
Si fa riferimento alla commistione, presente in Sudamerica, tra religione cristiana e riti di origine africana ereditati dal periodo dello schiavismo, che sembrano arricchire, anziché deviare, la spiritualità dei fedeli.
Altri sottolineano come l’Autore presenta il suo paese anche negli aspetti negativi del machismo, del bigottismo più ottuso, dell’ipocrisia del clero.
C’è chi è riuscito a concludere la lettura perché estremamente incuriosito dall’originalità della storia; e chi ha concentrato la propria attenzione su un personaggio in particolare per non perdersi fra i tanti.
Alcuni sottolineano la forte critica sociale nei confronti della dittatura, di buona parte del clero e delle forze dell’ordine attraverso uno stile ironico che alla fine fa apparire tutti come caricature.
L'autore
Jorge Amado (Itabuna, 10 agosto 1912) è stato un grande scrittore brasiliano.
Figlio di un grande proprietario terriero produttore di cacao (un "fazendeiro"), fu testimone fin da bambino delle lotte violente che venivano scatenate per il possesso della terra. Si tratta di ricordi indelebili, più volte riutilizzati nella stesura delle sue opere.
Iil Brasile della gioventù di Amado era un Paese ricco di contraddizioni e segnato da profondi mutamenti. E' in questo contesto che scrive non ancora ventenne "Il paese del Carnevale", storia di un giovane che non riesce a trovare la sua strada in una società che rifiuta di affrontare i problemi per ignorarli o mascherarli con trucchi di vario genere, fra cui appunto il mitico Carnevale.
Seguirono subito dopo due romanzi di impegno sociale come "Cacao" e "Sudore".
La sua scelta ideale di vita troverà nelle opere successive una serie di precise conferme mentre le sue scelte politiche, come l'adesione al Partito Comunista, provocheranno più volte il suo arresto e l'esilio. Finita la seconda guerra mondiale, infatti, costretto ad allontanarsi dal Brasile con l'ascesa alla presidenza di Enrico Gaspar Dutra, Jorge Amado vive prima a Parigi e poi, vincitore del premio Stalin, passa tre anni nell'Unione Sovietica. Nel 1952 pubblica in tre volumi "I sotterranei della libertà", la storia delle lotte del partito comunista in Brasile. Pubblica in seguito altre opere minori sul suo soggiorno nei paesi dell'Unione Sovietica.
Allontanatosi dal partito per dissensi nel 1956, torna in Brasile, e nel 1958 pubblica con sorpresa di tutti "Gabriella, garofano e cannella". Un ritorno al passato, alla sua terra d'origine e alle lotte dei "fazendeiros" per il possesso delle terre.
Molti anni più tardi, quando compirà ottant'anni, il "paese del carnevale" gli renderà omaggio con una grandiosa festa, un gigantesco carnevale nel vecchio quartiere bahiano del Pelourinho, tante volte descritto dal "bahiano più bahiano di Bahia".
I suoi libri, pubblicati in 52 paesi e tradotti in 48 lingue e dialetti, hanno venduto milioni di copie, contribuendo a risvegliare le coscienze ma anche a distendere e a divertire (soprattutto grazie alla sua "seconda fase", quella "spensierata" di "Gabriella garofano e cannella"). Il leggendario "cantore di Bahia" è scomparso il 6 agosto 2001.
Sottotitolo: Una storia di stregoneria
Autore: Jorge Amado
Anno di pubblicazione: 1988
Traduzione: Elena Greco
«Scrivendo mi sono divertito; se qualcun altro si divertirà a leggere, mi darò per soddisfatto.»
Jorge Amado
In breve
E' un apologo allegro e scanzonato, ricco di pagine esilaranti e di solare erotismo che ha per protagonista la stravagante figura di una santa munita, secondo la tradizione, di un mazzetto di fulmini: santa Barbara.
Un bel giorno la preziosa statua della santa viene trasportata con un veliero a Bahia per una importante Esposizione di Arte Religiosa, ma proprio al momento dell’approdo la statua prende vita, si allontana e scompare. Siamo negli anni della dittatura militare, e la sparizione della statua getta nello scompiglio la polizia e la stampa.
Tutti ritengono che la statua sia stata rubata, ma Santa Barbara ha invece assunto le sembianze di Yansa, dea africana e suo alter ego bahiano, perché deve risolvere un grave problema: sua “figlia” Adalgisa, quarantenne bigotta maligna e acida, rifiuta i riti del Candomblè e impone alla nipote Manela, di cui è tutrice, i più rigidi e ottusi principi cristiani.
Con Santa Barbara dei Fulmini, Jorge Amado scrive un nuovo capitolo di quel grande poema d'amore per Bahia che sono i suoi romanzi, e soprattutto non perde l'occasione per lanciare i suoi strali contro l'ottusità arrogante dei potenti e l'opportunismo dei giornalisti.
Discussione
La discussione è stata vivace, in quanto il romanzo ha suscitato giudizi molto diversi nei lettori.
Quasi tutti lo hanno ritenuto faticoso da leggere, sia per la folla di personaggi tutti descritti doviziosamente, sia per l’abbondanza di termini in portoghese non sempre comprensibili. Qualcuno ha abbandonato la lettura, perché l’impegno era diventato troppo gravoso anziché essere un piacere.
Tra coloro che sono arrivati in fondo (in verità la maggior parte), emerge nettamente che hanno subito il fascino di questo Paese, e questa città in particolare, trasmesso dall’Autore. Viene evidenziato come si percepiscano i colori, gli odori, i sapori, il clima da carnevale anche se carnevale non è, la bellezza e sensualità delle donne, l’erotismo e la gioia di vivere pienamente.
Si fa riferimento alla commistione, presente in Sudamerica, tra religione cristiana e riti di origine africana ereditati dal periodo dello schiavismo, che sembrano arricchire, anziché deviare, la spiritualità dei fedeli.
Altri sottolineano come l’Autore presenta il suo paese anche negli aspetti negativi del machismo, del bigottismo più ottuso, dell’ipocrisia del clero.
C’è chi è riuscito a concludere la lettura perché estremamente incuriosito dall’originalità della storia; e chi ha concentrato la propria attenzione su un personaggio in particolare per non perdersi fra i tanti.
Alcuni sottolineano la forte critica sociale nei confronti della dittatura, di buona parte del clero e delle forze dell’ordine attraverso uno stile ironico che alla fine fa apparire tutti come caricature.
L'autore
Jorge Amado (Itabuna, 10 agosto 1912) è stato un grande scrittore brasiliano.
Figlio di un grande proprietario terriero produttore di cacao (un "fazendeiro"), fu testimone fin da bambino delle lotte violente che venivano scatenate per il possesso della terra. Si tratta di ricordi indelebili, più volte riutilizzati nella stesura delle sue opere.
Iil Brasile della gioventù di Amado era un Paese ricco di contraddizioni e segnato da profondi mutamenti. E' in questo contesto che scrive non ancora ventenne "Il paese del Carnevale", storia di un giovane che non riesce a trovare la sua strada in una società che rifiuta di affrontare i problemi per ignorarli o mascherarli con trucchi di vario genere, fra cui appunto il mitico Carnevale.
Seguirono subito dopo due romanzi di impegno sociale come "Cacao" e "Sudore".
La sua scelta ideale di vita troverà nelle opere successive una serie di precise conferme mentre le sue scelte politiche, come l'adesione al Partito Comunista, provocheranno più volte il suo arresto e l'esilio. Finita la seconda guerra mondiale, infatti, costretto ad allontanarsi dal Brasile con l'ascesa alla presidenza di Enrico Gaspar Dutra, Jorge Amado vive prima a Parigi e poi, vincitore del premio Stalin, passa tre anni nell'Unione Sovietica. Nel 1952 pubblica in tre volumi "I sotterranei della libertà", la storia delle lotte del partito comunista in Brasile. Pubblica in seguito altre opere minori sul suo soggiorno nei paesi dell'Unione Sovietica.
Allontanatosi dal partito per dissensi nel 1956, torna in Brasile, e nel 1958 pubblica con sorpresa di tutti "Gabriella, garofano e cannella". Un ritorno al passato, alla sua terra d'origine e alle lotte dei "fazendeiros" per il possesso delle terre.
Molti anni più tardi, quando compirà ottant'anni, il "paese del carnevale" gli renderà omaggio con una grandiosa festa, un gigantesco carnevale nel vecchio quartiere bahiano del Pelourinho, tante volte descritto dal "bahiano più bahiano di Bahia".
I suoi libri, pubblicati in 52 paesi e tradotti in 48 lingue e dialetti, hanno venduto milioni di copie, contribuendo a risvegliare le coscienze ma anche a distendere e a divertire (soprattutto grazie alla sua "seconda fase", quella "spensierata" di "Gabriella garofano e cannella"). Il leggendario "cantore di Bahia" è scomparso il 6 agosto 2001.