17 novembre 2016 - "Rosso Istanbul" di Ferzan Ozpetek
Titolo: Rosso Istanbul
Autore: Ferzan Ozpetek
Anno di prima pubblicazione: 2013
Pagine: 111
In breve
Tutto comincia una sera, quando un regista turco che vive a Roma decide di prendere un aereo per Istanbul, dov'è nato e cresciuto. L'improvviso ritorno a casa accende a uno a uno i ricordi: della madre, donna bellissima e malinconica; del padre, misteriosamente scomparso e altrettanto misteriosamente ricomparso dieci anni dopo; della nonna, raffinata "principessa ottomana"; delle "zie", amiche della madre, assetate di vita e di passioni; della fedele domestica Diamante. Del primo aquilone, del primo film, dei primi baci rubati. Del profumo di tigli e delle estati languide, che non finiscono mai, sul Mar di Marmara. E, ovviamente, del primo amore, proibito, struggente e perduto. Ma Istanbul sa cogliere ancora una volta il protagonista di sorpresa. E lo trattiene, anche se lui vorrebbe ripartire. Perché se il passato, talvolta, ritorna, il presente ha spesso il dono di afferrarci: basta un incontro, una telefonata, un graffito su un muro. I passi del regista si incrociano con quelli di una donna. Sono partiti insieme da Roma, sullo stesso aereo, seduti vicini. Non si conoscono. Non ancora. Lei è in viaggio di lavoro e di piacere, in compagnia del marito e di una coppia di giovani colleghi. Ma a Istanbul accadrà qualcosa che cambierà per sempre la sua vita. Tra caffè e hamam, amori irrisolti e tradimenti svelati, nostalgia e voluttà, i destini del regista e della donna inesorabilmente si sfiorano e, alla fine, convergono. Questo libro è una dichiarazione d'amore a una città, Istanbul.
Discussione
A giudizio unanime il romanzo è piaciuto molto. In particolare sono state apprezzate la delicatezza con cui sono affrontati temi anche difficili e le ambientazioni.
Il romanzo, osserva una lettrice, è una dichiarazione d'amore alla sua famiglia e alla sua città.
Alcuni osservano che la parte più bella del romanzo è proprio quella in cui parla della sua città e della sua famiglia mentre tutto il resto (la storia di Anna) è troppo cinematografica, un po' assurda, irreale.
Una lettrice ha trovato faticoso l'alternarsi dei due punti di vista: del regista che torna a casa e di Anna.
Quello che colpisce più di tutto è il modo di raccontare le emozioni. Particolarmente sentita è la scena in cui il padre del protagonista lo scopre adolescente ad amoreggiare con un amichetto. E quello che era semplicemente una cosa ingenua, amore senza malizia diventa una cosa sporca. Una lettrice riflette sulla percezione del "peccato".
Ma la vera protagonista è la città di Istanbul e la sua voglia di cambiamento, i giovani che la popolano. Ha fatto venire voglia a tutti di visitarla. Il rosso del titolo è il rosso dei tramonti sul Bosforo, della bandiera turca, ma anche dell'amore e del sangue che ha recentemente bagnato la città.
L'autore
Ferzan Özpetek è nato nel 1959 a Istanbul. Al momento di scegliere come proseguire gli studi si trasferirà come studente universitario a Roma per studiare Storia del cinema alla Sapienza, dove completerà la sua formazione, frequentando corsi di Storia dell'Arte e del Costume all'Accademia Navona e corsi di regia all'Accademia d'Arte drammatica Silvio D'Amico. Dopo alcune esperienze in teatro con il Living Theatre di Julian Beck, riesce ad avvicinarsi al mondo del cinema, iniziando a collaborare come assistente e aiuto regista con Massimo Troisi, Maurizio Ponzi, Ricky Tognazzi, Sergio Citti e Francesco Nuti. Successivamente arriva la consacrazione e il successo. "Rosso Istanbul" è il suo debutto letterario.
Autore: Ferzan Ozpetek
Anno di prima pubblicazione: 2013
Pagine: 111
In breve
Tutto comincia una sera, quando un regista turco che vive a Roma decide di prendere un aereo per Istanbul, dov'è nato e cresciuto. L'improvviso ritorno a casa accende a uno a uno i ricordi: della madre, donna bellissima e malinconica; del padre, misteriosamente scomparso e altrettanto misteriosamente ricomparso dieci anni dopo; della nonna, raffinata "principessa ottomana"; delle "zie", amiche della madre, assetate di vita e di passioni; della fedele domestica Diamante. Del primo aquilone, del primo film, dei primi baci rubati. Del profumo di tigli e delle estati languide, che non finiscono mai, sul Mar di Marmara. E, ovviamente, del primo amore, proibito, struggente e perduto. Ma Istanbul sa cogliere ancora una volta il protagonista di sorpresa. E lo trattiene, anche se lui vorrebbe ripartire. Perché se il passato, talvolta, ritorna, il presente ha spesso il dono di afferrarci: basta un incontro, una telefonata, un graffito su un muro. I passi del regista si incrociano con quelli di una donna. Sono partiti insieme da Roma, sullo stesso aereo, seduti vicini. Non si conoscono. Non ancora. Lei è in viaggio di lavoro e di piacere, in compagnia del marito e di una coppia di giovani colleghi. Ma a Istanbul accadrà qualcosa che cambierà per sempre la sua vita. Tra caffè e hamam, amori irrisolti e tradimenti svelati, nostalgia e voluttà, i destini del regista e della donna inesorabilmente si sfiorano e, alla fine, convergono. Questo libro è una dichiarazione d'amore a una città, Istanbul.
Discussione
A giudizio unanime il romanzo è piaciuto molto. In particolare sono state apprezzate la delicatezza con cui sono affrontati temi anche difficili e le ambientazioni.
Il romanzo, osserva una lettrice, è una dichiarazione d'amore alla sua famiglia e alla sua città.
Alcuni osservano che la parte più bella del romanzo è proprio quella in cui parla della sua città e della sua famiglia mentre tutto il resto (la storia di Anna) è troppo cinematografica, un po' assurda, irreale.
Una lettrice ha trovato faticoso l'alternarsi dei due punti di vista: del regista che torna a casa e di Anna.
Quello che colpisce più di tutto è il modo di raccontare le emozioni. Particolarmente sentita è la scena in cui il padre del protagonista lo scopre adolescente ad amoreggiare con un amichetto. E quello che era semplicemente una cosa ingenua, amore senza malizia diventa una cosa sporca. Una lettrice riflette sulla percezione del "peccato".
Ma la vera protagonista è la città di Istanbul e la sua voglia di cambiamento, i giovani che la popolano. Ha fatto venire voglia a tutti di visitarla. Il rosso del titolo è il rosso dei tramonti sul Bosforo, della bandiera turca, ma anche dell'amore e del sangue che ha recentemente bagnato la città.
L'autore
Ferzan Özpetek è nato nel 1959 a Istanbul. Al momento di scegliere come proseguire gli studi si trasferirà come studente universitario a Roma per studiare Storia del cinema alla Sapienza, dove completerà la sua formazione, frequentando corsi di Storia dell'Arte e del Costume all'Accademia Navona e corsi di regia all'Accademia d'Arte drammatica Silvio D'Amico. Dopo alcune esperienze in teatro con il Living Theatre di Julian Beck, riesce ad avvicinarsi al mondo del cinema, iniziando a collaborare come assistente e aiuto regista con Massimo Troisi, Maurizio Ponzi, Ricky Tognazzi, Sergio Citti e Francesco Nuti. Successivamente arriva la consacrazione e il successo. "Rosso Istanbul" è il suo debutto letterario.