17 settembre 2015 - "Io sono Malala" di Malala Yousafzai
Titolo: Io sono Malala
Titolo originale: I Am Malala: The Story of the Girl Who Stood Up for Education and was Shot by the Taliban
Autore: Malala Yousafzai; Christina Lamb
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 284
Traduttore: Cherchi S.
In breve
Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. La scuola è finita, e Malala insieme alle sue compagne è sul vecchio bus che la riporta a casa. All'improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire. Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l'inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all'assemblea generale delle Nazioni Unite. Oggi Malala è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere. Questo libro è la storia della sua vita coraggiosa, un inno alla tolleranza e al diritto all'educazione di tutti i bambini, il racconto appassionato di una voce capace di cambiare il mondo.
Discussione
Molte lettrici sottolineano che dal punto di vista stilistico il libro lascia molto a desiderare. La scrittura giornalistica è forse troppo semplice, soffre sicuramente della giovane età dell'autrice ma anche della mediazione linguistica e culturale attuata nella scrittura congiunta con la giornalista Christina Lamb e probabilmente anche della traduzione.
E' sicuramente invece importante l'argomento trattato e l'opera ha comunque il grande pregio di tenere vivo l'interesse sull'argomento e di smuovere le coscienze.
Alcune lettrici sottolineano come abbiamo apprezzato il fatto di doversi confrontare-scontrare con una diversa cultura che, seppur così tanto distante da noi, ci aiuta certamente a comprendere e a riflettere.
Altre sottolineano come spesso la figura centrale nella narrazione sembra essere il padre dell'autrice e le sue battaglie. Nel libro viene fatta una bellissima descrizione della famiglia del'autrice. Sia il padre, sia la madre sono figure pure ma non ingenue, capaci di instillare nei figli aspirazioni e desideri elevati.
Alcune evidenziano la difficoltà di comprendere la parte storico-politica che riguarda la storia del Pakistan o le gerarchie sociali e concludendo che quelle pagine risultano particolarmente noiose. Altre sostengono invece che sia stato molto interessante poter conoscere una porzione di storia che generalmente viene ignorata.
Alcune sostengono che la figura della protagonista sia troppo esasperata. Viene praticamente dipinta come una santa, tralasciando spesso i normali sentimenti di una ragazza della sua età. La protagonista diventa così un modello apparentemente irraggiungibile e idealizzato.Molte sostengono comunque che questa lettura abbia dato loro lo spunto per approfondire l'argomento.
L'autore
Malala Yousafzai (1997) è una studentessa e attivista pakistana. È la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace, nota per il suo impegno, per l'affermazione dei diritti civili e per il diritto all'istruzione delle donne, bandito da un editto dei talebani, della città di Mingora, nella valle dello Swat.
Christina Lamb (1966) è una giornalista inglese e attualmente è corrispondente dall’estero per il The Sunday Times. Ha vionto il premio “Foreign Correspondent of the year” quattro volte.
Titolo originale: I Am Malala: The Story of the Girl Who Stood Up for Education and was Shot by the Taliban
Autore: Malala Yousafzai; Christina Lamb
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 284
Traduttore: Cherchi S.
In breve
Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. La scuola è finita, e Malala insieme alle sue compagne è sul vecchio bus che la riporta a casa. All'improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire. Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l'inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all'assemblea generale delle Nazioni Unite. Oggi Malala è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere. Questo libro è la storia della sua vita coraggiosa, un inno alla tolleranza e al diritto all'educazione di tutti i bambini, il racconto appassionato di una voce capace di cambiare il mondo.
Discussione
Molte lettrici sottolineano che dal punto di vista stilistico il libro lascia molto a desiderare. La scrittura giornalistica è forse troppo semplice, soffre sicuramente della giovane età dell'autrice ma anche della mediazione linguistica e culturale attuata nella scrittura congiunta con la giornalista Christina Lamb e probabilmente anche della traduzione.
E' sicuramente invece importante l'argomento trattato e l'opera ha comunque il grande pregio di tenere vivo l'interesse sull'argomento e di smuovere le coscienze.
Alcune lettrici sottolineano come abbiamo apprezzato il fatto di doversi confrontare-scontrare con una diversa cultura che, seppur così tanto distante da noi, ci aiuta certamente a comprendere e a riflettere.
Altre sottolineano come spesso la figura centrale nella narrazione sembra essere il padre dell'autrice e le sue battaglie. Nel libro viene fatta una bellissima descrizione della famiglia del'autrice. Sia il padre, sia la madre sono figure pure ma non ingenue, capaci di instillare nei figli aspirazioni e desideri elevati.
Alcune evidenziano la difficoltà di comprendere la parte storico-politica che riguarda la storia del Pakistan o le gerarchie sociali e concludendo che quelle pagine risultano particolarmente noiose. Altre sostengono invece che sia stato molto interessante poter conoscere una porzione di storia che generalmente viene ignorata.
Alcune sostengono che la figura della protagonista sia troppo esasperata. Viene praticamente dipinta come una santa, tralasciando spesso i normali sentimenti di una ragazza della sua età. La protagonista diventa così un modello apparentemente irraggiungibile e idealizzato.Molte sostengono comunque che questa lettura abbia dato loro lo spunto per approfondire l'argomento.
L'autore
Malala Yousafzai (1997) è una studentessa e attivista pakistana. È la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace, nota per il suo impegno, per l'affermazione dei diritti civili e per il diritto all'istruzione delle donne, bandito da un editto dei talebani, della città di Mingora, nella valle dello Swat.
Christina Lamb (1966) è una giornalista inglese e attualmente è corrispondente dall’estero per il The Sunday Times. Ha vionto il premio “Foreign Correspondent of the year” quattro volte.