18 dicembre 2014 - "L'albergo delle donne tristi" di Marcela Serrano
Titolo: L'albergo delle donne tristi
Autore: Marcela Serrano
Anno di pubblicazione: 2008
Traduzione: S. Geroldi
Pagine: 280
In breve
Attraverso l'esperienza della protagonista Floreana, l'autrice ci introduce in un insolito rifugio per donne emotivamente ferite, situato in un'isola nel Sud del Cile. L'albergo è gestito da Elena, personaggio tanto più fiero e credibile quanto più porta incisi sul viso i segni di una guerra vinta con il dolore. Per un periodo di tre mesi, le ospiti dell'albergo hanno la possibilità di trovare conforto attraverso la conoscenza di persone affini per vulnerabilità, lontano dal mondo dei giudizi e dei rimproveri, da amori autolesionistici. La varietà dei casi umani che emerge dalla narrazione è un invito alla spontaneità, alla sincerità anche a costo della sofferenza, alla voglia di vivere mettendosi sempre in gioco.
Discussione
E' apprezzata la scrittura scorrevole, semplice e fresca. L'autrice è capace di descrivere perfettamente le sensazioni dei suoi protagonisti a volte anche solo con degli accenni, usati come sapienti pennellate sulla tela di un pittore.
Di grande impatto sono le descrizioni dei luoghi. La natura brulla e piovosa è spesso usata come catarsi interiore dei protagonisti. Gli scorci a picco sul mare descritti danno l'impressione di essere presenti.
Alcune lettrici hanno preferito la prima parte del libro, quella in cui l'autrice si sofferma su tutte le "ospiti" dell'albergo e sulle loro storie. Molte sono concordi nel dire che la parte centrale, incentrata sulla storia personale di Floreana, risulta più lenta. Altre lettrici, invece, hanno preferito la terza parte del romanzo in cui viene affrontato il presente e la storia d'amore tra Flavian e Floreana. Anche se c'è chi non manca di sottolineare come il tira e molla tra i due sia un po' stancante.
Alcune lettrici si sono ritrovate in tutta una serie sensazioni e di stati d'animo di alcuni dei personaggi e nella abitudine della protagonista a dialogare, scontrandosi a volte, con la sua "vocina interiore". Altre ci hanno trovato un po' di "Piccole donne". Floreana infatti ha altre tre sorelle e le loro storie vengono sviscerate nella parte centrale del romanzo.
Altre hanno apprezzato tutta la complessa serie di relazioni umane che all'interno dell'albergo si vengono a creare, le belle amicizie che nascono e la solidarietà tra tutte. Una lettrice sottolinea come la difficoltà che ognuno di noi ha di metabolizzare le ferite della propria vita affettiva possa rendere più difficoltosa che ad altri la lettura di un libro che descrive emozioni tanto profonde.
La stessa lettrice individua il percorso interiore della protagonista nella ricerca della patria/casa. "La patria è il luogo dove non sento più freddo".
Un'altra lettrice, pur riconoscendo il piacere che ha tratto dalla lettura del libro, sottolinea come in altri romanzi della stessa autrice siano presenti un impegno politico e una analisi sociologica che qui le è mancata.
L'autore
Marcela Serrano (Santiago del Cile, 1951) è una scrittrice cilena. È figlia di due scrittori, quarta di cinque sorelle, nel 1973, a causa del golpe militare, deve lasciare il Cile e si trasferisce a Roma.
Nel 1977 rientra definitivamente in Cile. Si iscrive alla facoltà di Belle Arti dop il quale lavora in diversi ambiti delle arti visive, vincendo anche un premio del Museo delle Belle Arti, per un lavoro sulle donne del sud del Cile. Sebbene cominci a scrivere molto presto, pubblica il suo primo romanzo "Noi che ci vogliamo così bene" nel 1991.
Seguono "Para que no me olvides", "Antigua, Vita Mia" e "L'albergo delle donne tristi".
Dopo molte riedizioni dei precedenti romanzi, pubblica il romanzo giallo "Nostra signora della solitudine" (1999), i racconti "Un mundo raro" (2000), "Quel che c'è nel mio cuore" (2001) e "Arrivederci piccole donne" (2004).
Marcela Serrano è una delle figure più rinomate e significative della nuova narrativa del suo paese e dell'America Latina. Ha vissuto in Messico col marito, Luis Maira Aguirre, e le loro due figlie, Elisa e Margarita, poiché il marito è stato ambasciatore del Cile in Messico e Belize fino al 2003 e dal 2004 al 2010 ambasciatore in Argentina.
Autore: Marcela Serrano
Anno di pubblicazione: 2008
Traduzione: S. Geroldi
Pagine: 280
In breve
Attraverso l'esperienza della protagonista Floreana, l'autrice ci introduce in un insolito rifugio per donne emotivamente ferite, situato in un'isola nel Sud del Cile. L'albergo è gestito da Elena, personaggio tanto più fiero e credibile quanto più porta incisi sul viso i segni di una guerra vinta con il dolore. Per un periodo di tre mesi, le ospiti dell'albergo hanno la possibilità di trovare conforto attraverso la conoscenza di persone affini per vulnerabilità, lontano dal mondo dei giudizi e dei rimproveri, da amori autolesionistici. La varietà dei casi umani che emerge dalla narrazione è un invito alla spontaneità, alla sincerità anche a costo della sofferenza, alla voglia di vivere mettendosi sempre in gioco.
Discussione
E' apprezzata la scrittura scorrevole, semplice e fresca. L'autrice è capace di descrivere perfettamente le sensazioni dei suoi protagonisti a volte anche solo con degli accenni, usati come sapienti pennellate sulla tela di un pittore.
Di grande impatto sono le descrizioni dei luoghi. La natura brulla e piovosa è spesso usata come catarsi interiore dei protagonisti. Gli scorci a picco sul mare descritti danno l'impressione di essere presenti.
Alcune lettrici hanno preferito la prima parte del libro, quella in cui l'autrice si sofferma su tutte le "ospiti" dell'albergo e sulle loro storie. Molte sono concordi nel dire che la parte centrale, incentrata sulla storia personale di Floreana, risulta più lenta. Altre lettrici, invece, hanno preferito la terza parte del romanzo in cui viene affrontato il presente e la storia d'amore tra Flavian e Floreana. Anche se c'è chi non manca di sottolineare come il tira e molla tra i due sia un po' stancante.
Alcune lettrici si sono ritrovate in tutta una serie sensazioni e di stati d'animo di alcuni dei personaggi e nella abitudine della protagonista a dialogare, scontrandosi a volte, con la sua "vocina interiore". Altre ci hanno trovato un po' di "Piccole donne". Floreana infatti ha altre tre sorelle e le loro storie vengono sviscerate nella parte centrale del romanzo.
Altre hanno apprezzato tutta la complessa serie di relazioni umane che all'interno dell'albergo si vengono a creare, le belle amicizie che nascono e la solidarietà tra tutte. Una lettrice sottolinea come la difficoltà che ognuno di noi ha di metabolizzare le ferite della propria vita affettiva possa rendere più difficoltosa che ad altri la lettura di un libro che descrive emozioni tanto profonde.
La stessa lettrice individua il percorso interiore della protagonista nella ricerca della patria/casa. "La patria è il luogo dove non sento più freddo".
Un'altra lettrice, pur riconoscendo il piacere che ha tratto dalla lettura del libro, sottolinea come in altri romanzi della stessa autrice siano presenti un impegno politico e una analisi sociologica che qui le è mancata.
L'autore
Marcela Serrano (Santiago del Cile, 1951) è una scrittrice cilena. È figlia di due scrittori, quarta di cinque sorelle, nel 1973, a causa del golpe militare, deve lasciare il Cile e si trasferisce a Roma.
Nel 1977 rientra definitivamente in Cile. Si iscrive alla facoltà di Belle Arti dop il quale lavora in diversi ambiti delle arti visive, vincendo anche un premio del Museo delle Belle Arti, per un lavoro sulle donne del sud del Cile. Sebbene cominci a scrivere molto presto, pubblica il suo primo romanzo "Noi che ci vogliamo così bene" nel 1991.
Seguono "Para que no me olvides", "Antigua, Vita Mia" e "L'albergo delle donne tristi".
Dopo molte riedizioni dei precedenti romanzi, pubblica il romanzo giallo "Nostra signora della solitudine" (1999), i racconti "Un mundo raro" (2000), "Quel che c'è nel mio cuore" (2001) e "Arrivederci piccole donne" (2004).
Marcela Serrano è una delle figure più rinomate e significative della nuova narrativa del suo paese e dell'America Latina. Ha vissuto in Messico col marito, Luis Maira Aguirre, e le loro due figlie, Elisa e Margarita, poiché il marito è stato ambasciatore del Cile in Messico e Belize fino al 2003 e dal 2004 al 2010 ambasciatore in Argentina.