19 gennaio 2017 - "Dora Bruder" di Patrick Modiano
Titolo: Dora Bruder
Autore: Patrick Modiano
Anno di prima pubblicazione: 1997
Pagine: 144
In breve
Mentre sta scorrendo vecchi numeri del quotidiano parigino "Paris-Soir", Patrick Modiano si sofferma su un breve trafiletto, datato 31 dicembre 1941: due genitori chiedono notizia della loro figlia quindicenne, Dora. Mosso da una curiosità che diventa ben presto un profondo coinvolgimento emotivo, Modiano tenta di ripercorrere le vicende della ragazza, dal momento della scomparsa sino a quando, otto mesi dopo, il suo nome ricomparirà, insieme con quello del padre, in una lista di deportati su un convoglio per Auschwitz.
Discussione
Ad una prima impressione sembra che il romanzo non sia piaciuto. I più non si sono sentiti coinvolti dalla storia della protagonista o dalla storia dell'autore, che a tratti vengono intrecciate.
Si lamenta soprattutto il fatto che la storia non sia conclusa, che non sia data una spiegazione alla sparizione di Dora o a come sia finita su quel treno di deportati.
Altri fanno notare come l'intento dell'autore non sia quello di fare un reportage, come Truman Capote in "A sangue freddo" anche perché gli eventi sono talmente distanti nel tempo che non sarebbe più possibile, ma forse semplicemente quello di restituire una identità e una dignità ad una delle migliaia di persone che sono state strappate alle loro vite dalla follia nazista.
Certo l'autore nei dettagli topografici forse è troppo insistente e a volte al lettore sembra di perdersi nei vicoli parigini, ma la storia di Dora è, come fa notare una lettrice, "una per tutta l'umanità".
Una lettrice dice di aver adorato il romanzo, di averlo trovato incredibilmente acuto, e volutamente ‘neutro’, nel descrivere fatti di violenza contro gli ebrei e contro la popolazione che li difendeva o anche solo non apprezzata dal regime, come la categoria degli scrittori.
L'autore, sottolinea un'altra lettrice, ci fa toccare con mano il fatto che di alcuni non rimane traccia sulla terra. Vengono in mente le parole di Leopardi "E fieramente mi si stringe il core,/A pensar come tutto al mondo passa,/E quasi orma non lascia.". Invece Modiano si adopera affinché almeno una venga ricordata.
Una lettrice ha amato molto le atmosfere descritte: l'inverno, i vicoli, le atmosfere malinconiche, la solitudine del collegio.
E' quindi certamente un libro che ha diviso i lettori ma non ha lasciato indifferenti.
L'autore
Scrittore francese (1945), Premio Nobel per la Letteratura 2014, figlio di un ebreo francese di origini italiane e di un'attrice belga di etnia fiamminga.
Introdotto da Raymond Queneau, suo insegnante di geometria al Liceo e amico del padre, al mondo delle lettere, Modiano incontra l'editore Gallimard, che nel 1967 pubblicherà il suo primo romanzo, "La Place de l'Etoile".
Grazie a quella prima prova, il giovane scrittore si aggiudica il Premio Roger Nimier. All'attività di narratore affianca quella di documentarista (lavorerà per Carlo Ponti) e di paroliere (per Françoise Hardy, che sarà per qualche tempo la sua compagna). Scrive anche sceneggiature per il cinema, e fra i registi coi quali collabora si contano Louis Malle e Patrice Leconte.
I suoi romanzi sono spesso ambientati nella Parigi occupata dai nazisti e si strutturano attorno al tema dell'altro, dello sconosciuto.
Modiano attinge questa vena dalla vicenda piena di ombre del padre ebreo, vittima del Nazismo, che si dimostrò disposto a compromessi terribili per sopravvivere: sfuggì alla deportazione grazie a potenti amicizie collaborazioniste.
Nel 1978 il romanzo "Rue des boutiques obscures" gli assicura il Premio Goncourt.
Negli anni successivi approfondirà i temi a lui cari e affinerà la propria poetica grazie a una serie di romanzi dedicati a figure femminili che sono vissute durante gli anni della guerra, e alle cui vite dimenticate egli cerca di offrire il risarcimento della memoria.
A questo filone appartengono "Dora Bruder" e "Des inconnues".
Lo scrittore francese è stato il vincitore del Premio Bottari Lattes Grinzane nel 2012 (II edizione) per la sezione La Quercia con Dora Bruder.
Nel 2014 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione «Per l'arte della memoria con la quale ha evocato il destino umano più inafferrabile e fatto scoprire il mondo vinto sotto l'occupazione».