19 marzo 2015 - "Martin Eden" di Jack London
Titolo: Martin Eden
Titolo originale: Martin Eden
Autore: Jack London
Anno di pubblicazione: A puntate tra il 1908 e il 1909
Pagine: 382
Traduttore: Baldi G.
In breve
Martin Eden è un giovane marinaio americano che casualmente comincia a frequentare il mondo borghese. Mondo che lo fa sentire profondamente a disagio, ma altrettanto profondamente lo attrae, soprattutto nella persona di Ruth Morse, di cui subito si innamora.Nonostante la sua scarsa istruzione, vuole con tutto se stesso elevarsi culturalmente e socialmente per essere degno dell’amore di Ruth e, da autodidatta, aspira a diventare scrittore. E’ un cammino durissimo e irto di tante difficoltà in una società imbevuta di pregiudizi e discriminazioni che complicano anche il suo rapporto con Ruth. Raggiungerà successo e ricchezza, ma non troverà risposta al problema esistenziale di ogni persona sensibile e questo lo porterà ad un finale tragico e amaro.
Discussione
Il romanzo è stato letto molto volentieri e il dibattito risulta subito vivace, su posizioni contrastanti: alcuni ne sono rimasti affascinati e altri lo hanno trovato ripetitivo e un po’ datato.
Tra gli entusiasti c’è chi lo giudica moderno e vede nel protagonista una fiducia esagerata e forse una certa ingenuità. Il “sogno americano” contrapposto al “desiderio del meglio” di Verga. Alcune lettrici sottolineano il desiderio di cultura e bellezza in ogni sua forma come evoluzione spirituale e il forte senso etico che pervade il romanzo. C’è chi trova romantico che lo stimolo al radicale cambiamento di Martin provenga dall'amore e chi specifica che per amore si migliora dentro prima che fuori. In una lettrice ha sollecitato il ricordo di Ulisse (dove lo ha portato il suo desiderio di conoscenza?) e di Gatsby, ma a differenza di lui Martin è un puro.
Alcuni lettori hanno trovato quasi ossessiva la narrazione degli sforzi compiuti dal protagonista (l’invio dei manoscritti agli editori che costantemente li respingevano, le ripetute visite al banco dei pegni per impegnare o riscattare sempre le stesse cose) nell'arco dei due anni, ma una lettrice parla di come ha sentito sulle proprie spalle la fatica dell’evoluzione di Martin, perché chi nasce in condizioni di disagio migliora certamente con la lettura, ma continuerà a sentirsi diverso. Si sottolinea la caparbietà di Martin.
Si parla dell’aspetto politico-sociale che fa da sottofondo alla trama: alcuni lettori ci trovano la visione socialista dell’Autore che vede la borghesia solo caratterizzata da difetti, altri ritengono che in fondo non sia cambiato molto, anche se nella società odierna apparentemente non c’è una frattura così netta. Forse un tempo essere colti costituiva un traguardo più importante di oggi, in cui vige la cultura dell’avere più dell’essere. Ruth rappresenta quella élite borghese che inizialmente affascina Martin, ma che ama sentirsi superiore.
Per quanto riguarda la conclusione del romanzo alcune lettrici dicono di non aver capito perché il protagonista si sia ucciso proprio quando aveva raggiunto successo e ricchezza, altre hanno trovato il finale sorprendente e amaro ma perfettamente in linea con il personaggio. Le diverse interpretazioni sono: non ha più obiettivi; non può progredire né tornare indietro; cercava una condivisione spirituale che non ha trovato; nella sua breve vita ha vissuto le mille vite delle letture fatte e non può più adattarsi ad alcun mondo. Il tema centrale è comunque la delusione.
Una lettrice conclude dicendo che alcune pagine sono bellissime, altre un po’ datate, ma certamente, quelle relative ai sentimenti sono senza tempo.
L'autore
Nato a San Francisco, Jack London (1876-1916) è uno dei pochi scrittori ai quali arrisero in vita successo e ricchezza. Era figlio di un girovago, ed i suoi genitori ben presto si disinteressarono di lui: dovette badare a se stesso in un'età in cui di norma i fanciulli non hanno altri pensieri che lo studio e il gioco. Jack London fece tutti i mestieri: lo strillone di giornali, il pescatore clandestino di ostriche, il lavandaio, l'agente di assicurazioni, il coltivatore, il cercatore d'oro nel Klondike, il corrispondente nella guerra russo-giapponese ed infine lo scrittore.
Intelligentissimo, forte, robusto, dotato di un'indomita forza di volontà, autodidatta; non c'era rischio, lavoro, impresa, teoria che non lo interessasse. Grandissima influenza ebbero certamente sul suo spirito assetato di sapere e aperto a tutte le idee e ricerche, la «Teoria dell'evoluzione» di Darwin, la filosofia di Nietzsche e il socialismo di Zola.
Jack London fu scrittore fecondissimo. Nella sua breve vita scrisse più di quaranta romanzi, tradotti in tutte le lingue, una ventina dei quali anche in italiano. Tra i tanti ricordiamo “Il richiamo della foresta”, “Zanna Bianca”. Scrisse inoltre molti racconti che furono pubblicati su riviste, o raccolti in volumi.