19 ottobre 2017 - "La piazza del Diamante" di Mercè Rodoreda
Titolo: La piazza del Diamante
Autore: Mercè Rodoreda
Anno di prima pubblicazione: 1962
Pagine: 228
In breve
"La piazza del Diamante" è il racconto di una vita: la storia di Natàlia, una ragazza molto semplice, ingenua, abituata a non esprimere le proprie emozioni, che si ritrova a vivere nella Barcellona della Repubblica e della guerra civile, il dramma della miseria, la perdita del marito, la solitudine, finché un secondo matrimonio non le aprirà la possibilità di una nuova vita. Con una toccante intensità, Natàlia più che raccontare sembra suggerire attraverso i dettagli i suoi sentimenti, la sua sensibilità femminile, tutta la fragilità e la complessità dell'essere umano. (fonte ibs.it)
Discussione
Il parere sulla lettura è pressoché unanime. Il libro è piaciuto anche se i temi trattati sono molto forti e c'è tanta tristezza e miseria. Gli episodi che più hanno colpito riguardano le violenze psicologiche fisiche che la protagonista subisce dal primo marito, il tragico distacco dal figlio, mandato in una colonia durante la guerra sperando che avesse qualcosa da mangiare e il momento in cui la protagonista ventila il suicidio per sfuggire alla sua drammatica situazione.
Il romanzo è idealmente diviso in sue parti da questo ultimo episodio. La seconda parte, dal secondo matrimonio in poi, è più solare a aperta alla speranza: la protagonista infatti si riscatta e da quel momento la sua intera esistenza sarà un crescendo.
Alcune lettrici lamentano una disparità tra le due parti, a favore della prima e avrebbero preferito più equilibrio.
Ad alcune lettrici questo romanzo ha fatto pensare a "La storia" di Elsa Morante o a "Suite francese" di Irène Némirovsky. Ad una lettrice invece ha ricordato Neruda, ma, si corregge, sarebbe più giusto dire che Neruda ricorda la Rodoreda.
Una lettrice ci confida di aver fatto fatica a leggere il romanzo, e lo avvicina come stile al flusso di coscienza di Joyce.
Altre però hanno trovato la scrittura geniale: semplice, a tratti infantile e ripetitiva ma perfetta, perché riesce a far entrare il lettore nella mente della protagonista. Poi l'autrice è bravissima a modificare i registri in modo da adattarsi allo stato d'animo e alle età di Natalia.
Curiosa una lettrice che sostiene di aver immaginato il romanzo interamente in color seppia. Altre invece lo hanno immaginato come un film in bianco e nero.
L'autore
Mercè Rodoreda (1908 - 1983) è stata una scrittrice spagnola, di lingua catalana, attivamente impegnata contro il franchismo e per l'indipendenza della Catalogna. Figura di primo piano della letteratura catalana del ventesimo secolo. La sua produzione comprende tutti i generi letterari: dalla poesia al teatro, dal racconto al romanzo.
Premi e riconoscimenti
Vincitore del premio Libro dell'Anno 2009 di Radio3 Fahrenheit.
Per approfondire
"La guerra e felicità" di Marco Lodoli
Autore: Mercè Rodoreda
Anno di prima pubblicazione: 1962
Pagine: 228
In breve
"La piazza del Diamante" è il racconto di una vita: la storia di Natàlia, una ragazza molto semplice, ingenua, abituata a non esprimere le proprie emozioni, che si ritrova a vivere nella Barcellona della Repubblica e della guerra civile, il dramma della miseria, la perdita del marito, la solitudine, finché un secondo matrimonio non le aprirà la possibilità di una nuova vita. Con una toccante intensità, Natàlia più che raccontare sembra suggerire attraverso i dettagli i suoi sentimenti, la sua sensibilità femminile, tutta la fragilità e la complessità dell'essere umano. (fonte ibs.it)
Discussione
Il parere sulla lettura è pressoché unanime. Il libro è piaciuto anche se i temi trattati sono molto forti e c'è tanta tristezza e miseria. Gli episodi che più hanno colpito riguardano le violenze psicologiche fisiche che la protagonista subisce dal primo marito, il tragico distacco dal figlio, mandato in una colonia durante la guerra sperando che avesse qualcosa da mangiare e il momento in cui la protagonista ventila il suicidio per sfuggire alla sua drammatica situazione.
Il romanzo è idealmente diviso in sue parti da questo ultimo episodio. La seconda parte, dal secondo matrimonio in poi, è più solare a aperta alla speranza: la protagonista infatti si riscatta e da quel momento la sua intera esistenza sarà un crescendo.
Alcune lettrici lamentano una disparità tra le due parti, a favore della prima e avrebbero preferito più equilibrio.
Ad alcune lettrici questo romanzo ha fatto pensare a "La storia" di Elsa Morante o a "Suite francese" di Irène Némirovsky. Ad una lettrice invece ha ricordato Neruda, ma, si corregge, sarebbe più giusto dire che Neruda ricorda la Rodoreda.
Una lettrice ci confida di aver fatto fatica a leggere il romanzo, e lo avvicina come stile al flusso di coscienza di Joyce.
Altre però hanno trovato la scrittura geniale: semplice, a tratti infantile e ripetitiva ma perfetta, perché riesce a far entrare il lettore nella mente della protagonista. Poi l'autrice è bravissima a modificare i registri in modo da adattarsi allo stato d'animo e alle età di Natalia.
Curiosa una lettrice che sostiene di aver immaginato il romanzo interamente in color seppia. Altre invece lo hanno immaginato come un film in bianco e nero.
L'autore
Mercè Rodoreda (1908 - 1983) è stata una scrittrice spagnola, di lingua catalana, attivamente impegnata contro il franchismo e per l'indipendenza della Catalogna. Figura di primo piano della letteratura catalana del ventesimo secolo. La sua produzione comprende tutti i generi letterari: dalla poesia al teatro, dal racconto al romanzo.
Premi e riconoscimenti
Vincitore del premio Libro dell'Anno 2009 di Radio3 Fahrenheit.
Per approfondire
"La guerra e felicità" di Marco Lodoli