20 aprile 2017 - "Gli anni al contrario" di Nadia Terranova
Titolo: Gli anni al contrario
Autore: Nadia Terranova
Anno di prima pubblicazione: 2015
Pagine: 152
In breve
Messina, 1977. Aurora, figlia del fascistissimo Silini, ha sin da piccola l'abitudine di rifugiarsi in bagno a studiare, per prendere tutti nove immaginando di emanciparsi dalla sua famiglia, che le sta stretta. Giovanni è sempre stato lo scavezzacollo dei Santatorre, ce l'ha con il padre e il suo «comunismo che odora di sconfitta», e vuole fare la rivoluzione. I due si incontrano all'università, e pochi mesi dopo aspettano già una bambina. La vita insieme però si rivela diversa da come l'avevano fantasticata. Perché la frustrazione e la paura del fallimento possono offendere anche il legame più appassionato. Perché persino l'amore piú forte può essere tradito dalla Storia. (dal sito di Einaudi)
Discussione
Le lettrici concordano tutte sulla bellezza della narrazione. La prosa per tutte è scorrevole e leggera. E' quasi una magia che l'autrice riesca a rendere leggero un contenuto così duro e scabro.
Ci sono molti argomenti spinosi (es. la dipendenza da droghe, la malattia) che sono trattati con delicatezza. Una lettrice, in particolare, che conosce direttamente persone con dipendenze, sottolinea come siano precise le dinamiche della dipendenza raccontate nel romanzo.
Un'altra lettrice sottolinea come il romanzo sia particolarmente fedele nella descrizione di un'intera generazione tradita dalla Storia in cui la disillusione socio-politica ha condotto immancabilmente verso la dipendenza dalle droghe.
Una lettrice, però, sente la narrazione un po' distante, come se i fatti fossero narrati dopo l'effettivo svolgimento, non osservando in presa diretta i protagonisti ma come una nonna racconta ad un nipote, tralasciando alcuni fatti ed edulcorando altri. Alcune situazioni secondo lei avrebbero richiesto uno scavo più profondo.
Secondo alcune lettrici la seconda parte del romanzo, quella meno politica e più intimistica è la meglio riuscita.
Toccante il fatto che spesso l'autrice parli spesso degli occhi dei protagonisti, sono le loro finestre sul mondo, e le nostre finestre sul loro mondo.
Una lettrice durante la lettura aveva l'impressione di essere dentro al testo di una canzone di Guccini, un'altra aveva in mente, invece, il film di Marco Tullio Giordana "La meglio gioventù", un'altra ancora ha ripensato al film "Radiofreccia" soprattutto nel rapporto del protagonista con la droga.
Alcune lettrici hanno amato le descrizioni poetiche disseminate nel racconto in particolare i giorni che Giovanni passa con la figlia e il mare della Sicilia.
Rispetto all'aspetto più intimo della relazione tra i due protagonisti ci si interroga sulla natura del rapporto: era vero amore o è sempre stato l'incontro di due infelicità, di due incompletezze.
Niente tra loro è mai inteso nel verso giusto, vi vede in particolare nelle pagine in cui parlano dell'attesa di Mara, la figlia. Quello che appare chiaro è il fallimento del modello educativo di entrambe le famiglie di origine. Giovanni e Aurora sono due ragazzi che decidono di demolire completamente i ruoli genitoriali che hanno come riferimento e decidono di costruire qualcosa di nuovo, salvo scontrarsi con la realtà e scoprire di non essere riusciti ad andare molto lontano.
Giovanni ha nell'animo, se non nei fatti, il desiderio di ribellione mentre Aurora è più posata e, seppur amareggiata dalla vita, riesce a trovare la sua strada, lui purtroppo soccombe. In generale nel romanzo, osserva una lettrice, i personaggi maschili non escono bene.
E' molto ben descritta l'evoluzione personale di Aurora: dalle rigide regole della famiglia per poter sperimentare e maturare ha bisogno di trovare la sua strada fuori dalla famiglia.
Mara è molto matura e molto forte per la sua età, è un personaggio che è stato particolarmente amato dalle lettrici e la sua storia ha lasciato l'amaro in bocca.
Sostanzialmente il romanzo è piaciuto alle lettrici e la maggior parte di loro si è chiesta quanto di autobiografico ci fosse in questa vicenda.
L'autore
Nadia Terranova (1978) è nata a Messina e vive a Roma. Tra i suoi libri, Bruno. Il bambino che imparò a volare (Orecchio Acerbo 2012, illustrazioni di Ofra Amit) che ha vinto il Premio Napoli e il Premio Laura Orvieto ed è stato tradotto in Spagna. Collabora con «IL Magazine» e «pagina99». Gli anni al contrario (Einaudi Stile Libero 2015, Super ET 2016) è il suo primo romanzo.
Premi e riconoscimenti
PREMIO NARRATIVA BERGAMO 2017
PREMIO THE BRIDGE BOOK AWARD 2016
PREMIO VIADANA E PREMIO VIADANA GIOVANI 2016
PREMIO ADOTTA UN ESORDIENTE 2016
PREMIO BAGUTTA OPERA PRIMA 2016
PREMIO FIESOLE NARRATIVA UNDER 40
PREMIO BRANCATI ZAFFERANA 2015 NARRATIVA
PREMIO GROTTE DELLA GURFA 2015