21 settembre 2023 - “Le streghe di Lenzavacche” di Simona Lo Iacono
Titolo: Le streghe di Lenzavacche
Autore: Simona Lo Iacono
Anno di prima pubblicazione: 2016
Pagine: 151
In breve
"Le streghe di Lenzavacche" vennero chiamate nel 1600 in Sicilia un gruppo di mogli abbandonate, spose gravide, figlie reiette o semplicemente sfuggite a situazioni di emarginazione, che si riunirono in una casa ai margini dell' abitato e iniziarono a condividere una vera esperienza comunitaria e anche letteraria. Furono però fraintese, bollate come folli, viste come corruttrici e istigatrici del demonio. Secoli dopo, durante il fascismo, una strana famiglia composta dal piccolo Felice, sua madre Rosalba e la nonna Tilde rivendica una misteriosa discendenza da quelle streghe perseguitate. Assieme al giovane maestro Mancuso si batteranno contro l'oscurantismo fascista per far valere i diritti di Felice, bambino sfortunato e vivacissimo. (fonte ibs.it)
Discussione
La narrazione si sviluppa principalmente su due fronti: il racconto della vita delle “streghe” del titolo e il racconto del “maestro”. Quasi per tutte le lettrici, la prima parte all'inizio è risultata un po' più difficoltosa perché molto triste mentre la secondo è stata più gradevole da subito. A partire circa dalla metà del racconto, però, la situazione cambia e la vicenda si alleggerisce un po'.
Nell'ultima parte del romanzo la voce narrante è un personaggio del '600 e per la narrazione viene usato un registro che, per alcune lettrici, è stato particolarmente difficile.
Una lettrice fa notare che i personaggi sono molto particolari e “strani“ per un autore italiano, infatti ricordano in qualche maniera i personaggi dei romanzi ascrivibili al realismo magico.
Un'altra lettrice fa notare che alcuni vocaboli utilizzati sono fastidiosi per la mentalità odierna (ad esempio viene spesso usata la parola “mongoloide” per definire il protagonista Felice) anche se ricalcano il modo di parlare e pensare del momento storico di ambientazione del romanzo.
Una lettrice non si è sentita particolarmente attirata dal racconto, ma ha apprezzato la bella “famiglia” che questi strani personaggi riescono a creare alla fine. Nonostante il proprio carico di problemi, stranezze e debolezze riescono a creare un ambiente amorevole e stabile. L'ha trovato molto attuale.
Una lettrice si è molto commossa durante la lettura del romanzo perché le ha ricordato una famiglia conosciuta durante l'infanzia composta da nonna, mamma e da una figlia disabile e le relazioni che avevano creato con lei e con il vicinato.
Una lettrice è stata particolarmente colpita dalla figura della mamma di Felice, Rosalba. Rosalba non è istruita, però è una lettrice ed è dotata di grande empatia e di una sensibilità rara con la quale riesce a crescere il figlio disabile nella maniera più amorevole ed equilibrata possibile. Riesce a vedere nel figlio tutta la bellezza interiore e le capacità che il suo involucro esteriore rende difficile percepire. Questa descrizione ha spinto la lettrice a chiedersi se sarebbe capace di fare la stessa cosa in una situazione analoga.
Una lettrice fa notare la grazia con cui è descritta la storia d'amore tra Rosalba e il padre di Felice, l'arrotino.
Un'altra ancora, memore anche della lettura di un altro romanzo della stessa autrice, fa notare la bellezza della scrittura che ha sempre delle pennellate leggere e delicate ma molto efficaci.
Ad una lettrice il libro ha ricordato la storia narrata nel film per la TV del 2007 “Il figlio della luna” diretto da Gianfranco Albano.
L’autore
Simona Lo Iacono (1970, Siracusa) è magistrato, presta servizio presso il Tribunale di Catania. Cura circoli di lettura e convegni letterario/giuridici. Fa parte dell'EUGIUS, l'associazione europea dei giudici-scrittori e della Società Italiana di Diritto e Letteratura (SIDL). Cura sul blog letterario Letteratitudine di Massimo Maugeri, una rubrica che coniuga norma e parola, letteratura e diritto, dal nome Letteratura è diritto, letteratura è vita. Sulla pagina culturale de «La Sicilia» tiene una rubrica fissa, dal titolo: Scrittori allo specchio.
Il suo primo romanzo Tu non dici parole (Perrone 2008) ha vinto il premio Vittorini Opera prima. Nel 2010 ha pubblicato il racconto lungo scritto a quattro mani con Massimo Maugeri La coda di pesce che inseguiva l’amore (Sampognaro & Pupi, 2010 - Premio Più a Sud di Tunisi). Nel 2011 ha pubblicato il romanzo intitolato Stasera Anna dorme presto (Cavallo di Ferro), con cui ha vinto il premio Ninfa Galatea (ed è stata finalista al Premio Città di Viagrande).
Nel 2013, sempre per Cavallo di Ferro, ha pubblicato il romanzo Effatà (con cui ha vinto il Premio Martoglio). Nel 2016 Le streghe di Lenzavacche (E/O) viene presentato al Premio Strega 2016 da Paolo Di Stefano e Romana Petri.
Collabora come volontaria con il carcere di Augusta dove tiene corsi di letteratura e teatro per i detenuti, onde dare attuazione all'art. 27 della Costituzione che prevede il principio rieducativo della pena. Per Neri Pozza escono nel 2019 L'albatro e nel 2022 Il mistero di Anna. (fonte ibs.it)
Premi e riconoscimenti
Vincitore del Premio Letterario Chianti 30ma edizione - 2017
Autore: Simona Lo Iacono
Anno di prima pubblicazione: 2016
Pagine: 151
In breve
"Le streghe di Lenzavacche" vennero chiamate nel 1600 in Sicilia un gruppo di mogli abbandonate, spose gravide, figlie reiette o semplicemente sfuggite a situazioni di emarginazione, che si riunirono in una casa ai margini dell' abitato e iniziarono a condividere una vera esperienza comunitaria e anche letteraria. Furono però fraintese, bollate come folli, viste come corruttrici e istigatrici del demonio. Secoli dopo, durante il fascismo, una strana famiglia composta dal piccolo Felice, sua madre Rosalba e la nonna Tilde rivendica una misteriosa discendenza da quelle streghe perseguitate. Assieme al giovane maestro Mancuso si batteranno contro l'oscurantismo fascista per far valere i diritti di Felice, bambino sfortunato e vivacissimo. (fonte ibs.it)
Discussione
La narrazione si sviluppa principalmente su due fronti: il racconto della vita delle “streghe” del titolo e il racconto del “maestro”. Quasi per tutte le lettrici, la prima parte all'inizio è risultata un po' più difficoltosa perché molto triste mentre la secondo è stata più gradevole da subito. A partire circa dalla metà del racconto, però, la situazione cambia e la vicenda si alleggerisce un po'.
Nell'ultima parte del romanzo la voce narrante è un personaggio del '600 e per la narrazione viene usato un registro che, per alcune lettrici, è stato particolarmente difficile.
Una lettrice fa notare che i personaggi sono molto particolari e “strani“ per un autore italiano, infatti ricordano in qualche maniera i personaggi dei romanzi ascrivibili al realismo magico.
Un'altra lettrice fa notare che alcuni vocaboli utilizzati sono fastidiosi per la mentalità odierna (ad esempio viene spesso usata la parola “mongoloide” per definire il protagonista Felice) anche se ricalcano il modo di parlare e pensare del momento storico di ambientazione del romanzo.
Una lettrice non si è sentita particolarmente attirata dal racconto, ma ha apprezzato la bella “famiglia” che questi strani personaggi riescono a creare alla fine. Nonostante il proprio carico di problemi, stranezze e debolezze riescono a creare un ambiente amorevole e stabile. L'ha trovato molto attuale.
Una lettrice si è molto commossa durante la lettura del romanzo perché le ha ricordato una famiglia conosciuta durante l'infanzia composta da nonna, mamma e da una figlia disabile e le relazioni che avevano creato con lei e con il vicinato.
Una lettrice è stata particolarmente colpita dalla figura della mamma di Felice, Rosalba. Rosalba non è istruita, però è una lettrice ed è dotata di grande empatia e di una sensibilità rara con la quale riesce a crescere il figlio disabile nella maniera più amorevole ed equilibrata possibile. Riesce a vedere nel figlio tutta la bellezza interiore e le capacità che il suo involucro esteriore rende difficile percepire. Questa descrizione ha spinto la lettrice a chiedersi se sarebbe capace di fare la stessa cosa in una situazione analoga.
Una lettrice fa notare la grazia con cui è descritta la storia d'amore tra Rosalba e il padre di Felice, l'arrotino.
Un'altra ancora, memore anche della lettura di un altro romanzo della stessa autrice, fa notare la bellezza della scrittura che ha sempre delle pennellate leggere e delicate ma molto efficaci.
Ad una lettrice il libro ha ricordato la storia narrata nel film per la TV del 2007 “Il figlio della luna” diretto da Gianfranco Albano.
L’autore
Simona Lo Iacono (1970, Siracusa) è magistrato, presta servizio presso il Tribunale di Catania. Cura circoli di lettura e convegni letterario/giuridici. Fa parte dell'EUGIUS, l'associazione europea dei giudici-scrittori e della Società Italiana di Diritto e Letteratura (SIDL). Cura sul blog letterario Letteratitudine di Massimo Maugeri, una rubrica che coniuga norma e parola, letteratura e diritto, dal nome Letteratura è diritto, letteratura è vita. Sulla pagina culturale de «La Sicilia» tiene una rubrica fissa, dal titolo: Scrittori allo specchio.
Il suo primo romanzo Tu non dici parole (Perrone 2008) ha vinto il premio Vittorini Opera prima. Nel 2010 ha pubblicato il racconto lungo scritto a quattro mani con Massimo Maugeri La coda di pesce che inseguiva l’amore (Sampognaro & Pupi, 2010 - Premio Più a Sud di Tunisi). Nel 2011 ha pubblicato il romanzo intitolato Stasera Anna dorme presto (Cavallo di Ferro), con cui ha vinto il premio Ninfa Galatea (ed è stata finalista al Premio Città di Viagrande).
Nel 2013, sempre per Cavallo di Ferro, ha pubblicato il romanzo Effatà (con cui ha vinto il Premio Martoglio). Nel 2016 Le streghe di Lenzavacche (E/O) viene presentato al Premio Strega 2016 da Paolo Di Stefano e Romana Petri.
Collabora come volontaria con il carcere di Augusta dove tiene corsi di letteratura e teatro per i detenuti, onde dare attuazione all'art. 27 della Costituzione che prevede il principio rieducativo della pena. Per Neri Pozza escono nel 2019 L'albatro e nel 2022 Il mistero di Anna. (fonte ibs.it)
Premi e riconoscimenti
Vincitore del Premio Letterario Chianti 30ma edizione - 2017