25 maggio 2023 - “La chiave a stella” di Primo Levi
Titolo: La chiave a stella
Autore: Primo Levi
Anno di prima pubblicazione: 1978
Pagine: 190
In breve
Il libro più ottimista e allegro di Primo Levi, scritto trent'anni dopo Auschwitz e la sconvolgente testimonianza sui Lager nazisti rivelata in Se questo è un uomo.
Faussone, detto Tino, il protagonista di questa «opera prima» di Primo Levi, ovvero del suo primo romanzo d'invenzione, è un operaio specializzato che si lascia alle spalle la dura esperienza della catena di montaggio alla Lancia e gira per il mondo a montare gru, ponti sospesi, strutture metalliche, impianti petroliferi. Il romanzo racconta la sua vita e il suo lavoro: una sorta di Odissea moderna con protagonista una specie di Ulisse che dall'India alla Russia, dall'Alaska all'Africa offre agli altri la sua voglia di fare e la sua tecnica e che Levi racconta con gusto e ironia, immedesimandosi nel personaggio e nelle sue avventure. (fonte ibs.it)
Discussione
Quasi tutte le lettrici l'ha trovato un libro faticoso, soprattutto per l'argomento trattato. Per alcune il linguaggio è scabro e troppo tecnico e invoglia poco al proseguimento della lettura. Alcune ettrici lo hanno, infatti, abbandonato presto. Un'altra lettrice ci dice che non l'ha amato particolarmente perché preferisce come genere il romanzo e questa, invece, è una raccolta di capitoli auto consistenti anche se ruotano intorno allo stesso argomento.
Una lettrice ci dice che lo ha passato a suo marito ingegnere sapendo che sicuramente lo avrebbe apprezzato più di lei.
Nonostante questo malumore serpeggiante, scavando a fondo, si capisce che ognuna ha trovato in questo romanzo alcuni interessanti spunti di riflessione.
C'è chi ha riflettuto su come sia cambiato nel tempo il mondo del lavoro e la vita in generale delle persone.
C'è chi ha apprezzato il concetto, proposto da Levi nel romanzo, del lavoro come fonte di felicità . Una lettrice fa notare che il modello di felicità sul lavoro proposto nel romanzo è legato al fatto di svolgere una attività per la quale nutriamo passione e in cui siamo competenti. Un'altra fa notare che nel romanzo Levi non parla di una professione qualsiasi, ma si riferisce al lavoro creativo ed indipendente, che concede il “vantaggio … dello specchiarsi nella propria opera” .
Una lettrice dice che, per una buona parte del romanzo, non è riuscita a capire come abbia potuto Levi scrivere un'ode al lavoro dopo essere passato sotto i cancelli di Auschwitz e sotto la ormai famigerata scritta “Arbeit macht frei” (Il lavoro rende liberi). Alla fine della lettura, invece, ha capito che forse anche per quello il romanzo è stato scritto ossia per contrapporre il lavoro alienante dello sfruttamento della fabbrica alla vera libertà prodotta dal lavoro creativo che fa sentire realizzato ed appagato (e quindi libero) il lavoratore.
L’autore
Primo Levi nasce a Torino nel 1919 da una famiglia ebrea di intellettuali piemontesi. Laureato in chimica e chimico di professione, diventa scrittore dopo la traumatica esperienza della deportazione nel campo di lavoro di Monowitz, che faceva parte dello stesso complesso del più noto Auschwitz. (fonte web)
Premi e riconoscimenti
Vincitore del premio Strega 1979
Per approfondire
- Piero Dorfles racconta La chiave a stella di Primo Levi https://www.youtube.com/watch?v=j9okqgbyM7U
Autore: Primo Levi
Anno di prima pubblicazione: 1978
Pagine: 190
In breve
Il libro più ottimista e allegro di Primo Levi, scritto trent'anni dopo Auschwitz e la sconvolgente testimonianza sui Lager nazisti rivelata in Se questo è un uomo.
Faussone, detto Tino, il protagonista di questa «opera prima» di Primo Levi, ovvero del suo primo romanzo d'invenzione, è un operaio specializzato che si lascia alle spalle la dura esperienza della catena di montaggio alla Lancia e gira per il mondo a montare gru, ponti sospesi, strutture metalliche, impianti petroliferi. Il romanzo racconta la sua vita e il suo lavoro: una sorta di Odissea moderna con protagonista una specie di Ulisse che dall'India alla Russia, dall'Alaska all'Africa offre agli altri la sua voglia di fare e la sua tecnica e che Levi racconta con gusto e ironia, immedesimandosi nel personaggio e nelle sue avventure. (fonte ibs.it)
Discussione
Quasi tutte le lettrici l'ha trovato un libro faticoso, soprattutto per l'argomento trattato. Per alcune il linguaggio è scabro e troppo tecnico e invoglia poco al proseguimento della lettura. Alcune ettrici lo hanno, infatti, abbandonato presto. Un'altra lettrice ci dice che non l'ha amato particolarmente perché preferisce come genere il romanzo e questa, invece, è una raccolta di capitoli auto consistenti anche se ruotano intorno allo stesso argomento.
Una lettrice ci dice che lo ha passato a suo marito ingegnere sapendo che sicuramente lo avrebbe apprezzato più di lei.
Nonostante questo malumore serpeggiante, scavando a fondo, si capisce che ognuna ha trovato in questo romanzo alcuni interessanti spunti di riflessione.
C'è chi ha riflettuto su come sia cambiato nel tempo il mondo del lavoro e la vita in generale delle persone.
C'è chi ha apprezzato il concetto, proposto da Levi nel romanzo, del lavoro come fonte di felicità . Una lettrice fa notare che il modello di felicità sul lavoro proposto nel romanzo è legato al fatto di svolgere una attività per la quale nutriamo passione e in cui siamo competenti. Un'altra fa notare che nel romanzo Levi non parla di una professione qualsiasi, ma si riferisce al lavoro creativo ed indipendente, che concede il “vantaggio … dello specchiarsi nella propria opera” .
Una lettrice dice che, per una buona parte del romanzo, non è riuscita a capire come abbia potuto Levi scrivere un'ode al lavoro dopo essere passato sotto i cancelli di Auschwitz e sotto la ormai famigerata scritta “Arbeit macht frei” (Il lavoro rende liberi). Alla fine della lettura, invece, ha capito che forse anche per quello il romanzo è stato scritto ossia per contrapporre il lavoro alienante dello sfruttamento della fabbrica alla vera libertà prodotta dal lavoro creativo che fa sentire realizzato ed appagato (e quindi libero) il lavoratore.
L’autore
Primo Levi nasce a Torino nel 1919 da una famiglia ebrea di intellettuali piemontesi. Laureato in chimica e chimico di professione, diventa scrittore dopo la traumatica esperienza della deportazione nel campo di lavoro di Monowitz, che faceva parte dello stesso complesso del più noto Auschwitz. (fonte web)
Premi e riconoscimenti
Vincitore del premio Strega 1979
Per approfondire
- Piero Dorfles racconta La chiave a stella di Primo Levi https://www.youtube.com/watch?v=j9okqgbyM7U