9 settembre 2021 - "Le quattro donne di Istanbul" di Ayse Kulin
Titolo: Le quattro donne di Istanbul
Autore: Ayse Kulin
Anno di prima pubblicazione: 2016
Pagine: 338
In breve
Dopo l'ascesa al potere di Hitler, Gerhard Schliemann, la moglie Elsa e i loro due figli, Peter e Susy, abbandonano la Germania per sfuggire alle persecuzioni naziste. Si rifugiano dapprima a Zurigo e poi, quando Gerhard riceve un'offerta dal Dipartimento di Medicina dell'Università di Istanbul, in Turchia. Mentre Susy e Gerhard sono affascinati dalla cultura turca e provano a integrarsi, Elsa e Peter sono invece fortemente ancorati alle origini tedesche. Nella città musulmana le nuove usanze avranno impatti fortissimi sulle loro vite, fino a ridisegnare i loro concetti di patria e appartenenza. In questa potente saga familiare, la Kulin racconta le sfide e le difficoltà di una vita in esilio, le ardue scelte di chi è costretto ad abbracciare un futuro incerto con una valigia piena di speranze. (fonte ibs.it)
Discussione
Il libro ha suscitato generali pareri positivi fra le lettrici per diversi motivi.
È stata apprezzata la facilità di lettura, la bella scrittura, l'ambientazione, il fatto che si tratti di una
storia familiare e che si parli di tante culture che si incontrano.
Quasi tutte le lettrici non conoscevano il fatto che negli anni '30 del '900 ci fosse stata una
consistente emigrazione di professori ebrei europei, soprattutto tedeschi, verso la Turchia.
Il romanzo, nel raccontare la storia di quattro generazioni di donne, riesce a raccontare la storia di
un paese con le sue luci e le sue ombre. Quasi tutte le lettrici sono rimaste piacevolmente sorprese dallo scoprire il clima iniziale di apertura e accettazione del diverso che il romanzo ci fa respirare nella Istanbul della seconda metà del secolo scorso. Una lettrice però sottolinea le tante
contraddizioni che animano il paese e che serpeggiano in maniera più o meno evidente all'interno della narrazione. È interessante l'analisi che l'autrice fa sulle motivazioni che hanno portato il paese a chiudersi nei confronti della diversità, del resto dell'Europa e nei confronti delle donne. Alcune lettrici sottolineano quanto questa analisi sia tristemente attuale. Sono tanti i temi trattati che hanno colpito le lettrici: lo scontro generazionale tra le madri e figlie, lo stato d'animo di chi si trova costretto a vivere in un paese che non gli appartiene e le tante contraddizioni esistenti in un paese diviso tra due continenti.
L’autore
Ayse Kulin (Istanbul nel 1941) Laureata all'American College for Girls di Arnavutköy, Istanbul, comincia a pubblicare nel 1984. Ha lavorato come sceneggiatrice, direttore della fotografia e produttore di film, serie televisive e spot pubblicitari. Nel 1986 vinse il "Best Cinematographer Award" della Theatre Writers Association per il suo impegno nella serie televisiva Ayasli ve Kiracilari.
Nel 1997 riceve il riconoscimento di "Writer of the Year" dalla Istanbul Communication Faculty per il romanzo biografico Adi Aylin (Il suo nome è Aylin). Lo stesso premio le venne assegnato l'anno successivo per il racconto Genis Zamanlar (Tempi presenti). Nel novembre 1999 scrisse il romanzo Sevdalinka, sulla guerra di Bosnia, e nel 2000 il romanzo biografico Füreyya. A giugno 2001 pubblicò il romanzo Köprü (Il ponte), sulla drammatica situazione delle province orientali della Turchia e su come esse dettero forma ai primi passi della repubblica.
Nel maggio del 2002, la Kulin scrisse il romanzo Nefes Nefes'e (Senza respiro), sui diplomatici turchi che salvarono vite ebree al tempo dell'Olocausto.
Dal 2007 è Ambasciatrice per l'UNICEF. (fonte wikipedia)
Autore: Ayse Kulin
Anno di prima pubblicazione: 2016
Pagine: 338
In breve
Dopo l'ascesa al potere di Hitler, Gerhard Schliemann, la moglie Elsa e i loro due figli, Peter e Susy, abbandonano la Germania per sfuggire alle persecuzioni naziste. Si rifugiano dapprima a Zurigo e poi, quando Gerhard riceve un'offerta dal Dipartimento di Medicina dell'Università di Istanbul, in Turchia. Mentre Susy e Gerhard sono affascinati dalla cultura turca e provano a integrarsi, Elsa e Peter sono invece fortemente ancorati alle origini tedesche. Nella città musulmana le nuove usanze avranno impatti fortissimi sulle loro vite, fino a ridisegnare i loro concetti di patria e appartenenza. In questa potente saga familiare, la Kulin racconta le sfide e le difficoltà di una vita in esilio, le ardue scelte di chi è costretto ad abbracciare un futuro incerto con una valigia piena di speranze. (fonte ibs.it)
Discussione
Il libro ha suscitato generali pareri positivi fra le lettrici per diversi motivi.
È stata apprezzata la facilità di lettura, la bella scrittura, l'ambientazione, il fatto che si tratti di una
storia familiare e che si parli di tante culture che si incontrano.
Quasi tutte le lettrici non conoscevano il fatto che negli anni '30 del '900 ci fosse stata una
consistente emigrazione di professori ebrei europei, soprattutto tedeschi, verso la Turchia.
Il romanzo, nel raccontare la storia di quattro generazioni di donne, riesce a raccontare la storia di
un paese con le sue luci e le sue ombre. Quasi tutte le lettrici sono rimaste piacevolmente sorprese dallo scoprire il clima iniziale di apertura e accettazione del diverso che il romanzo ci fa respirare nella Istanbul della seconda metà del secolo scorso. Una lettrice però sottolinea le tante
contraddizioni che animano il paese e che serpeggiano in maniera più o meno evidente all'interno della narrazione. È interessante l'analisi che l'autrice fa sulle motivazioni che hanno portato il paese a chiudersi nei confronti della diversità, del resto dell'Europa e nei confronti delle donne. Alcune lettrici sottolineano quanto questa analisi sia tristemente attuale. Sono tanti i temi trattati che hanno colpito le lettrici: lo scontro generazionale tra le madri e figlie, lo stato d'animo di chi si trova costretto a vivere in un paese che non gli appartiene e le tante contraddizioni esistenti in un paese diviso tra due continenti.
L’autore
Ayse Kulin (Istanbul nel 1941) Laureata all'American College for Girls di Arnavutköy, Istanbul, comincia a pubblicare nel 1984. Ha lavorato come sceneggiatrice, direttore della fotografia e produttore di film, serie televisive e spot pubblicitari. Nel 1986 vinse il "Best Cinematographer Award" della Theatre Writers Association per il suo impegno nella serie televisiva Ayasli ve Kiracilari.
Nel 1997 riceve il riconoscimento di "Writer of the Year" dalla Istanbul Communication Faculty per il romanzo biografico Adi Aylin (Il suo nome è Aylin). Lo stesso premio le venne assegnato l'anno successivo per il racconto Genis Zamanlar (Tempi presenti). Nel novembre 1999 scrisse il romanzo Sevdalinka, sulla guerra di Bosnia, e nel 2000 il romanzo biografico Füreyya. A giugno 2001 pubblicò il romanzo Köprü (Il ponte), sulla drammatica situazione delle province orientali della Turchia e su come esse dettero forma ai primi passi della repubblica.
Nel maggio del 2002, la Kulin scrisse il romanzo Nefes Nefes'e (Senza respiro), sui diplomatici turchi che salvarono vite ebree al tempo dell'Olocausto.
Dal 2007 è Ambasciatrice per l'UNICEF. (fonte wikipedia)